Dopo un 2022 segnato da record di caldo e con una siccità che ha sfiorato record storici, il 2023 non è cominciato in maniera differente purtroppo con ancora problemi di enormi carenze di piogge, scarsissimo innevamento invernale e altri problemi.

La situazione…

Veniamo da un 2022 estremamente siccitoso e già all’inizio dello scorso anno avevamo redatto un articolo in merito consultabile qui. In un anno sono caduti circa la metà dei mm di pioggia normalmente attesi sulla nostra provincia. Tale situazione ha cominciato a crearsi da settembre 2021, quindi si parla di oltre un anno e mezzo di siccità al Nord Italia. Le situazioni più critiche si verificano ad Ovest specie tra Piemonte, Lombardia e Liguria.

Tante speranze erano riposte nell’autunno 2022 che è stato anche lui un grande assente e questo non ha permesso un recupero delle mancate precipitazioni durante l’anno. In questa modo, la situazione si è solo aggravata ulteriormente. Inoltre, anche l’inverno 2022/2023 è stato avaro in termini di piogge e, soprattutto, anche di nevicate sulle nostre Prealpi e sulla catena alpina. La mancanza di precipitazioni nevose in montagna si ripercuote sulla disponibilità di risorse idriche in pianura durante la primavera, quando sono necessarie grosse quantità d’acqua per l’irrigazione dei campi. Tal problema nasce dal fatto che scarse nevicate determinano uno scarso scioglimento della neve caduta e quindi una minore disponibilità di acqua.

Siamo al 28 di marzo e dal 1 gennaio sono caduti da 67 mm a 89 mm nella nostra provincia, un dato decisamente negativo, seppur leggermente migliore rispetto allo stesso periodo del 2022. Ad oggi mancano oltre il 70% delle precipitazioni annue attese fino a fine marzo. La media prevista per questo periodo è di 240 mm.

Tendenza…

Ad oggi, purtroppo, non si vede uno sblocco della situazione per le nostre zone e la cosa ci preoccupa. I modelli avevano ipotizzato un marzo fresco e molto piovoso, ma è stato tutto l’esatto contrario, ossia molto caldo e secco. Nel mese di marzo a più riprese si sono verificati diversi episodi di favonio che hanno contribuito a seccare ulteriormente i terreni.

Nei prossimi giorni, escluso un debolissimo peggioramento venerdì 31 marzo, sono attese nuovamente condizioni di tempo soleggiato e mite con nuovi eventi di favonio a complicare ulteriormente la situazione. Inoltre, secco e vento da nord favoriscono anche lo sviluppo di incendi (spesso di origine dolosa) sulle nostre montagne e nei boschi delle nostre zone.
Dagli ultimi aggiornamenti sembra che intorno al periodo di Pasqua possa verificarsi un nuovo calo delle temperature con eventuali gelate tardive, che arrecherebbero solo danni dato che il caldo prematuro ha determinato uno sviluppo anticipato dei germogli della vegetazione.

Configurazioni atmosferiche…

Dalla cartina di previsione del modello Europeo ECMWF si possono notare alcuni dettagli di non poco conto. Abbiamo un vortice polare ancora piuttosto compatto che non permette grossi scambi meridiani e nemmeno lo sviluppo di strutturate depressioni atlantiche.
Si può osservare anche il “solito” problema che riguarda poi il tempo del Nord Italia, ossia sulla penisola Iberica giace una “gobba” di alta pressione che non consente alle depressioni atlantiche di affondare tra Francia e Spagna. Di conseguenza, mancano le condizioni per avere maltempo con piogge diffuse sul Nord Italia. In alternativa, la gobba di alta pressione determina l’affondo in pieno oceano delle depressioni atlantiche e in Italia si ha una risposta anticiclonica con aria molto calda proveniente dal Nord Africa.

Queste problematiche descritte qui sopra, specie quelle che fanno riferimento alla gobba di alta pressione, sono niente meno che il principale motivo per cui al Nord Italia piove sempre meno e c’è siccità. L’alta pressione, inoltre, con la sua invadenza fa affondare le depressioni a est dell’Italia o determina entrate da Nord-Ovest che causano precipitazioni al centro-sud mentre lasciano sottovento il Nord Italia, specie ad Ovest perché ad Est con questo tipo di fronti riesce comunque a piovere.

Conseguenze…

Le conseguenze di una fase siccitosa duratura portano alla riduzione della produzione agricola, ad avere torrenti vuoti, ad avere il Po con la portata di un rigagnolo. Con il passare del tempo si cominceranno a riscontrare anche problemi per avere disponibilità di acqua per uso domestico. In alcune zone della Liguria occidentale e del basso P1iemonte sono già mesi che per permettere alla popolazione di usufruire dell’acqua si utilizzano le autobotti. Pertanto è opportuno utilizzare l’acqua con parsimonia: per fare un esempio estremo, è meglio un giardino giallo piuttosto che verde perché sprechiamo litri di acqua per irrigarlo. Conserviamo l’acqua per la vita di tutti i giorni che è sicuramente una soluzione migliore.

Ipotesi…

Le tendenze, come abbiamo descritto sopra, al momento sono grigie se non nere. Non si vede purtroppo uno sblocco della situazione. Per sblocco intendiamo l’instaurarsi di un flusso atlantico basso di latitudine che permetta il transito di numerose perturbazioni sul Nord Italia, specie Ovest.
Per permettere che si origini una situazione di questo genere, è necessario che l’alta pressione si abbassi di latitudine o si elevi in Atlantico permettendo in questo modo l’affondo di depressioni atlantiche tra Iberia e Francia in modo da poter determinare condizioni piovose più continue sul Nord Italia.
Ciò che ad oggi si vede sono affondi depressionari da Nord o da Nord-Ovest e rientri di aria fredda da Est/Nord-Est. Sono tutte configurazioni che lasciano il nord Italia ancora una volta a secco. Sono favorite per le precipitazioni centro e sud Italia. Spesso si dice che finché piove in Adriatico e al centro-sud in generale, al Nord continuerà a non piovere.

Conclusione…

Quello che speriamo è che riprenda il prima possibile a piovere sull’assetato nord Italia, possibilmente tra aprile (sulla prima metà poca fiducia) e maggio. Se piovesse in questi periodi, si potrebbe mettere perlomeno una pezza. La stagione estiva, se riserverà un buon numero di temporali come normalmente dovrebbe essere sulle nostre zone, potrà permetterci di sopravvivere. Dopo si spera in un autunno il più piovoso possibile in modo da risanare in parte la situazione.
Unitamente alla questione piogge, si spera anche che non ci siano ondate di caldo troppo intense e durature. Questo perché più caldo sarà maggiori saranno i problemi per la vegetazione e i terreni poiché l’evapotraspirazione è superiore rispetto a condizioni di caldo umido nella norma.

In un mare di speranze terminiamo questo articolo. Lo scopo è stato informarvi della grave situazione attuale e di cosa dovrebbe succedere a livello di figure bariche per avere uno sblocco ormai fondamentale perché la situazione allo stato attuale.