Il 2022 possiamo ricordarlo come l’anno dei record. Questo perché il suo esordio al 1 gennaio è stato a suon di record, di caldo ovviamente. Oltre alle temperature estremamente elevate, il 2022 lo ricorderemo per la siccità che al momento non si è per niente risolta. I problemi persistono e se non arriverà una primavera generosa di precipitazioni al primo vero caldo ci saranno subito grossi disagi. Questo perché anche la stagione autunnale ha “toppato” dato che sono mancate completamente le perturbazioni atlantiche.
A livello pluviometrico…
Si tratta dell’anno più secco probabilmente dal 1921, un altro anno caratterizzato da siccità storica. Molte località, specie nell’area Olgiatese e Bassa Comasca hanno accumuli pluviometrici annui compresi tra 600 mm e 790 mm (la maggior parte tra 700 mm e 750 mm) mentre la parte tra Como, cintura urbana, Canturino, alta Brianza ed Erbese ha registrato accumuli leggermente superiori e compresi tra 730 mm e 890 mm ad eccezione di Albavilla con 982 mm.
Per dare una spiegazione, la media pluviometrica annua nell’Olgiatese è di 1500/1600 mm; nella Bassa Comasca è di circa 1400 mm; a Como e dintorni, Canturino, Erbese e Brianza è di 1500 mm circa.
Ciò significa che nel 2022 è caduta solamente il 50% o poco di più della pioggia attesa mediamente in un anno.
Nel contempo la bassa Brianza comasca ha un deficit molto pesante con la stazione di Mariano Comense che ha registrato solo 463 mm annui.
Localmente si tratta di record assoluti probabilmente anche sul nostro territorio a livello di siccità, ma purtroppo non abbiamo dati a sufficienza per poter affermare con certezza questa ipotesi.
Ad esempio, Olgiate Comasco nel 2022 ha registrato 791 mm mentre tra 1886 e 1981 l’anno più secco per la medesima località è di 752 mm annui, quindi nel 2022 siamo stati vicino a toccare un record ultra secolare.
A livello termico…
Anche a livello termico, il 2022 ha scritto la storia perché se il 2003 è stato l’anno che sembrava irraggiungibile per quanto aveva mostrato a livello termico, beh il 2022 solamente 19 anni dopo è riuscito a fare ben peggio! L’estate è stata alla pari o lievemente più calda del 2003 mentre nel complesso l’anno 2022 termina come il più caldo in assoluto dal 1800 in Italia.
Il 2022 lo ricorderemo non a lungo, ma a lunghissimo a livello meteorologico per i record di caldo fin da gennaio seguiti da quelli dell’estate, per la dura siccità che ha messo a dura prova tutto il nord Italia e non solo, per come ha ridotto e sciolto i ghiacciai alpini, per il crollo di un pezzo del ghiacciaio della Marmolada. Lo ricorderemo per tantissimi altri eventi meteorologicamente parlando estremi.
Il 2022, è l’anno più caldo e anche il più soleggiato da inizio rilevazioni! Questa la conferma anche da Meteo Svizzera. Ciò dimostra come il 2022 sia risultato estremamente caldo e anomalo non solo in Italia, ma anche in Europa.
Ricorderete come anche Londra nel folle 2022 abbiamo raggiunto la soglia dei 40 gradi, valore decisamente estremo per quelle zone.
Brevissima precisazione…
Il grave problema legato alla siccità e alla scarsità di precipitazioni è cominciato a settembre del 2021, ultimo mese dove le precipitazioni sono risultate degne di tal nome sul nostro territorio. A seguire le precipitazioni sono sempre più andate calando portando all’attuale grave situazione di crisi idrica del 2022 e che pare abbia intenzione di proseguire anche a inizio 2023. Queste problematiche sono da ricercare nella latitanza di perturbazioni atlantiche organizzate in grado di interessare il Nord Italia con il loro carico di piogge nel corso dell’anno oltre e, forse, soprattutto alla presenza di una figura di alta pressione sempre più ingombrante sull’ovest del continente europeo (tra penisola iberica e Francia).
La posizione dell’alta pressione non permette il passaggio delle perturbazioni atlantiche perché non riescono ad entrare nel Mediterraneo e, forse, una riorganizzazione così duratura nel tempo delle figure bariche nello scacchiere europeo è correlata a quello che è il riscaldamento globale anche se ad oggi mancano conferme che possano validare questa ipotesi.
Quel che è evidente è che nell’ultimo anno sono mancati totalmente peggioramenti del tempo ben organizzati con la presenza di scirocco e ostro, le due correnti che portano le precipitazioni più abbondanti sul nostro territorio.
Si spera che questa situazione possa sbloccarsi nel 2023.
In copertina un’immagine del 23 dicembre dal Monte Boletto.