Il 2022 a livello meteorologico non è cominciato nel migliore dei modi, anzi, tutto il contrario. In questo breve articolo parleremo della siccità che sta interessando il Nord-ovest Italia da mesi.

La situazione…

La critica fase di siccità prende inizio da una situazione meteorologica che ci trasciniamo da fine estate 2021. Ad agosto e settembre 2021 gli episodi perturbati sono stati pochi e concentrati in brevi fasi. Gli accumuli di pioggia sono risultati inferiori alla media e questa situazione si è protratta anche a ottobre e novembre.
Dicembre 2021, gennaio, febbraio e marzo 2022 sono stati mesi molto secchi contraddistinti ognuno da un singolo peggioramento.

La latitanza di perturbazioni atlantiche è causata dalla presenza dell’ormai noto anticiclone che staziona per mesi tra Iberia ed Europa occidentale bloccando di fatto il passaggio delle perturbazioni. Ciò che preoccupa è la persistenza di questa situazione, forse causata anche dal cambiamento climatico. Da gennaio a oggi 3 aprile, considerando anche il debole peggioramento di questi giorni, in provincia di Como sono caduti la miseria di 45/65 mm di pioggia quando in realtà dovremmo essere oltre i 300 mm annui. 

L’ulteriore problema di questa fase siccitosa è dovuto al fatto che le montagne lariane sono totalmente prive di neve da mesi. Anche le Alpi, rispetto alla media abituale, hanno un innevamento decisamente sotto la media. Questo creerà problemi relativi alle riserve idriche poiché la neve che sciogliendo va ad alimentare le falde acquifere non c’è. Nei prossimi mesi, con l’inizio anche dell’agricoltura, il problema idrico potrà solo aggravarsi se non interverranno veri peggioramenti in grado di portare piogge abbondanti e ben distribuite.

Record…

L’inverno 2021/2022 sarà ricordato per diversi record. Il primo proprio il primo gennaio per il record di caldo in montagna dal 1865. Il secondo record della stagione sono le ore di soleggiamento, ossia in questa stagione si è registrato il record di ore di sole dal 1960. Questa stagione invernale rientra nella top 3 degli inverni più secchi in assoluto. Secondo gli esperti di meteo svizzera, l’inverno 2021/2022 è stato il più secco e mite dal 1864 in Ticino. Inoltre, ricorrenti e numerosi sono stati gli episodi di favonio che hanno interessato a più riprese, specie a gennaio e febbraio, il nostro territorio.

Le conseguenze…

Un fine autunno, ma soprattutto un inverno e inizio primavera così avari di precipitazioni non possono che creare delle conseguenze sul territorio. Il bacino del lago di Como registra ad oggi un’altezza di circa 30 cm sotto lo zero idrometrico ed è ai valori storici di magra per questo periodo.  Nei giorni scorsi l’altezza idrometrica a Malgrate ha sfiorato i -33 cm.

Un invaso del nostro lago così vuoto, la cui percentuale di riempimento intorno al 10 aprile è pari al 6% circa, non può che creare problemi sulla portata dei fiumi emissari che vanno ad alimentare altri fiumi che raggiungono le aree di pianura che necessitano di risorse idriche per l’agricoltura. Inoltre, diversi fiumi locali come il Lura, a tratti sono completamente secchi per la mancanza di pioggia. I boschi e i campi da coltivazione sono oggi poco bagnati in superficie grazie alle piogge di inizio mese, ma con l’episodio di favonio del 9 aprile tutto è tornato come prima.
L’immagine sulla destra mostra come per aprile si sia raggiunto il record storico sia per altezza idrometrica sia per volume di riempimento. (Fonte: laghi.net).

Nel prossimo periodo, ad oggi, non si prevedono le vere piogge abbondanti, quindi i problemi potrebbero sorgere anche per la navigazione a Como e in generale su tutto il lago con problemi anche relativi alla tenuta delle sponde oltre che limitazione dei carichi dei battelli per il livello del lago troppo basso.

Da settembre 2021 sono caduti circa 300/400 mm in meno (anche di più) rispetto alle precipitazioni medie attese per questo periodo temporale e ora tutte le conseguenze del caso si vedranno nel prossimo periodo considerando che potrebbero diventare via via più gravi visto che la stagione avanza e farà più caldo a meno che non ci sia un cambio repentino della circolazione atmosferica. In tutta la stagione invernale sono cadute precipitazioni pari a circa il 20/25% della media attesa. 

Estendendo lo sguardo al Nord Italia, la siccità ha portato a grossi problemi a tutti i principali fiumi dell’Italia settentrionale. Spicca tra tutti, per ovvi motivi, il fiume Po che ha una portata pari o inferiore a quella del mese di agosto. Inoltre, il livello del fiume così basso ha fatto emergere relitti risalenti alla seconda guerra mondiale. Si tratta di una delle cinque fasi siccitose più critiche nell’ultimo ventennio per il Po, ma la differenza da quelle passate che capitarono in estate, è che quella attuale si sta verificando in piena primavera, momento in cui al Nord dovrebbe piovere abbondantemente oltre che esserci corsi d’acqua abbastanza pieni. La situazione in prospettiva si fa più grave rispetto alle fasi del passato perché si va verso la stagione calda e notoriamente più secca rispetta a quelle precedenti.

Nella copertina una foto del lago di Como da Como negli ultimi giorni di marzo.