Il 16 gennaio 2020 a Caslino al Piano si è svolto un incontro relativo all’emergenza climatica con la meteorologa Serena Giacomin.
In questo breve articolo cercheremo di riportare alcuni dei punti fondamentali trattati durante la serata. L’emergenza climatica è ormai un tema attuale e qui se ne è parlato su base di dati scientifici relativi al presente e al passato.
Nella storia del pianeta, si è raggiunta una concentrazione di CO2 simile a quella attuale circa tre milioni di anni fa, quando sul pianeta viveva l’Australopithecus.
Oggi la concentrazione di anidride carbonica è di circa 415 ppm, come mostra il grafico, e varia durante l’anno anche a seconda della stagione. Le piante svolgono una funzione fondamentale in questi termini: nella stagione estiva, infatti, la concentrazione di questo gas serra è nettamente inferiore e i picchi maggiori di concentrazione si registrano nel periodo in cui la vegetazione verde è inferiore.
Ciò dimostra come la deforestazione sia nociva per l’ambiente: meno piante significa maggiori quantità di anidride carbonica in atmosfera. Anche gli incendi in Australia, Siberia e Amazzonia di questi ultimi mesi contribuiscono ad aumentare la presenza di questo gas serra poiché oltre alle emissioni relative agli incendi stessi, scompaiono anche le piante che svolgono la funzione di assorbimento di CO2.
Il 50% circa di CO2 emessa in atmosfera è costituita dal settore agricolo (allevamento, deforestazione, coltivazioni ecc.) e dalla produzione di energia. Il 20% circa è determinato dalle industrie.
Inoltre, questo gas serra resiste in atmosfera per l’80% del quantitativo circa 200 anni. Ogni anno, si immettono in atmosfera quantità di CO2 elevatissime. Per rendere comprensibile l’idea di quanta CO2 si emette, il quantitativo è stato paragonato al peso di 5 milioni di Tour Eiffel.
Fino a fine anni Ottanta del XX secolo, si sono alternate annate con temperature più elevate rispetto alle medie e annate con temperature inferiori alle medie.
Dagli anni Novanta del ‘900, si è registrato un costante aumento delle temperature che ha subito un processo di accelerazione molto rilevante a partire dall’inizio del nuovo millennio. Non a caso, la top five degli anni più caldi di sempre contiene solo annate dopo il 2013. In Italia, nel 2018 si è registrata una anomalia di circa 2 gradi a livello nazionale.
Se l’aumento delle temperature è rilevante a livello globale, l’Italia e il Mediterraneo sono le zone che risentono maggiormente di queste anomalie. Questo viene accentuato anche dal fatto che il Mediterraneo è un mare chiuso e quindi si scalda più rapidamente.
Inoltre, come si può osservare dall’immagine, il “codice a barre” del riscaldamento del mondo mostra un qualcosa di interessante.
Tutto il mondo, indubbiamente, si sta scaldando velocemente, ma l‘Italia si sta scaldando con una velocità nettamente più elevata rispetto al resto del globo.
Oggi, si sente parlare del cosiddetto “punto di non ritorno”. Il “punto di non ritorno”, si stima che si verificherà quando l’aumento della temperatura globale sarà pari a 2,5 gradi.
Attualmente, ci si trova a 1,2 gradi quindi circa a metà strada dal raggiungimento del “punto di non ritorno”.
Importante anche il fatto che il clima è sempre cambiato, ma non in modo omogeneo a livello globale come durante la Piccola Era Glaciale. Oggi, invece, il clima sta cambiando ma il riscaldamento interessa il 98% del globo e quindi solo il fattore antropico può spiegare questo riscaldamento senza precedenti.
Il cambiamento climatico sta determinando fenomeni meteorologici sempre più estremi. Non a caso, la spesa per eventi naturali e fenomeni atmosferici estremi è aumentata considerevolmente addirittura duplicando tra il 2016 e il 2017.
Inoltre, si stima che entro fine secolo la spesa per eventi meteorologici estremi risulterà superiore rispetto alla quantità di denaro presente nel mondo.
Il Global Risk Report World Economic Forum ha evidenziato come a impattare in modo negativo maggiormente sull’economia saranno eventi meteorologici o danni ambientali.
Inoltre, la meteorologa Serena Giacomin ha sottolineato come le peggiori previsioni dei modelli meteo-climatici si sono avverate e, anzi, sono risultate fin troppo ottimistiche. Ad oggi, questi modelli stimano un aumento della temperatura globale di circa 3 gradi entro il 2100.
Inoltre, entro 20/30 anni tutti i ghiacciai alpini si scioglieranno al di sotto dei 3500 metri.
In copertina, la meteorologa Serena Giacomin.