Spesso si sente parlare di Omega Blocking, ma di cosa si tratta?

L’immagine accanto del modello europeo ECMWF mostra molto bene cosa si intende per blocco a Omega. Sostanzialmente, il cuneo anticiclonico che per natura dovrebbe essere mobile, rimane bloccato da due depressioni ai suoi lati.

A Ovest e a Est dell’alta pressione ci sono appunto due aree di bassa pressione che rimangono fisse per un periodo di tempo spesso prolungato bloccando il movimento dell’alta pressione. Quest’ultima, di conseguenza, rimane stazionaria sui medesimi territori per periodi anche abbastanza lunghi.
Questo tipo di configurazione è spesso legata a una fase con temperature ampiamente sopra la media del periodo poiché risale aria calda direttamente dal Nord Africa. Nel periodo invernale, l’alta pressione molte volte determina giornate nebbiose sulle zone di pianura ed inversioni termiche.

Con il cambiamento climatico, anche la circolazione atmosferica ha subito delle mutazioni non indifferenti. E’ da ricercarsi probabilmente nel cambiamento climatico la principale causa scatenante di configurazioni bariche di blocco sempre più frequenti.Le configurazioni di blocco sono diverse e si passa dall’Omega blocking all’invadenza dell’alta pressione sull’intero comparto europeo che chiude la “porta Atlantica” impedendo l’entrata di fronti perturbati da Ovest come successo a settembre e ottobre.

Un’altra configurazione è quella che abbiamo vissuto durante il peggioramento del 29 ottobre 2018, cioè ampia depressione sull’Ovest Europa con un anticiclone di blocco sull’Est Europa che non permette il regolare flusso delle perturbazioni che rimangono bloccate nel Mediterraneo determinando fenomeni spesso insistenti per lunghi lassi temporali.