Il titolo dell’articolo mensile riassume perfettamente quanto accaduto.
Ci eravamo lasciati sperando in un mese di febbraio più dinamico e consono alla stagione invernale, ma purtroppo nulla di ciò è accaduto.
Il dominio dell’alta pressione continua incontrastato ad esclusione di deboli sfondamenti dei fronti nord-atlantici sul nostro territorio.

Il favonio la ha fatta da padrone per buona parte del mese: si contano ben 8 giorni favonici, localmente 10. In particolare, il 5 febbraio il föhn è stato davvero molto intenso: le raffiche registrate sono comprese tra 50 e 90 km/h con un picco a Gera Lario di 140 km/h e di oltre 100 km/h sui rilievi prealpini.

Focalizzandoci sulle temperature, il mese di febbraio ha registrato valori massimi molto elevati. Il 3, l’11, il 23 e il 24 febbraio le temperature massime sono state diffusamente superiori a 18 gradi.
Nell’Olgiatese, in particolare, il 23 febbraio si sono registrati picchi massimi di 21.7 gradi grazie a un debole effetto favonico.
Forse più anomala la giornata di lunedì 3 febbraio quando, senza favonio, le temperature massime sono risultate comprese tra 17 e 20 gradi.
Durante il mese si sono registrate deboli pioviggini, ma di poco conto. L’unico debole peggioramento si è verificato sabato 29 febbraio con accumuli pluviometrici compresi tra mm 0 e 4 mm.

L’inverno 2019/2020, meteorologicamente concluso, è stato un inverno completamente assente e molto mite. Per molti aspetti, dal 20 dicembre questa stagione si può paragonare agli inverni del 1989/1990 o del 2006/2007 che sono stati anch’essi caratterizzati dalla presenza dell’anticiclone quasi fissa.

Il mese di febbraio termina con un’anomalia termica positiva di oltre due gradi dovuta soprattutto a temperature massime molto elevate (oltre quattro gradi sopra media). Non a caso, solo tre giorni hanno registrato temperature massime inferiori a 10 gradi.
Il deficit pluviometrico è circa il 90%: gli accumuli mensili sono compresi tra 1 e 8 mm mentre quelli annuali tra 8 e 25 mm.

Fonte dati: rete CML – Meteo Como.

Il monte Generoso con qualche cumulo durante il parziale sfondamento del fronte del 4 febbraio 2020.