Da ormai qualche settimana, la configurazione barica è bloccata. Dopo la debole nevicata del 19 dicembre 2018, è andato a formarsi e rafforzarsi sempre più un importante anticiclone sulla Gran Bretagna ed Ovest Europa.
Premetto che in questo articolo si parla solo ed esclusivamente in termini teorici e non previsionali.

Il Nord Italia rimane sul bordo orientale della struttura di alta pressione che permette di tanto in tanto l’entrata di aria più fredda, ma solo sul suo bordo orientale.
Restando sempre sul bordo orientale dell’alta pressione, il nostro settore viene costantemente interessato da correnti secche dai quadranti settentrionali che di frequente determinano episodi di favonio.

La porta atlantica, come mostra la carta qui accanto, rimane ben chiusa proprio per la presenza fissa dell’alta pressione. Perché questa configurazione rimane bloccata?

Innanzitutto, a Est trova una massa di aria molto fredda anche a livello del suolo e non riesce per questo motivo a spostarsi verso Est. Questo perché la sua massa d’aria è molto mite e scalzare tutto quel freddo non è cosa così facile come potrebbe sembrare. In ottica futura, tutto il freddo accumulato ad est è fondamentale. In caso di sblocco della situazione, quel freddo potrebbe spostarsi verso ovest e determinare eventuali episodi di freddo rilevante o addirittura gelo.

Il secondo motivo è a ovest dell’alta pressione. Quelle depressioni a ovest dell’hp sono troppo forti e approfondite. La depressione d’Islanda è troppo forte e ciò impedisce all’alta pressione movimenti verso Nord o spostamenti verso ovest, necessari per poter sbloccare la situazione sull’ovest dell’Europa.

Per un cambiamento, quindi, servirebbe uno svuotamento della vorticità canadese così che l’alta pressione abbia possibilità di movimento e possa elevarsi verso nord e spostarsi più a ovest. Potrebbe anche in questo caso migrare verso la Scandinavia e originare un’interazione tra l’aria fredda da Est e le perturbazioni atlantiche da Ovest. Questo determinerebbe configurazioni tipicamente invernali. Diversamente, sarebbe sufficiente se l’alta pressione si abbassasse di latitudine e permettesse alle perturbazioni atlantiche di entrare nel Mediterraneo.

Insomma, finché questa situazione rimarrà bloccata, non ci saranno possibilità di cambiamento. Con l’importante stratwarming (vedi qui la spiegazione) avvenuto nel periodo natalizio qualche cambiamento ci potrà essere. Il warming stratosferico è in fase di propagazione ai piani più bassi dell’atmosfera, quindi è lecito attendersi un cambiamento in seconda decade di gennaio.

I modelli iniziano a fiutare qualche possibilità di cambi di circolazione radicale come quelli sopra descritti. In copertina uno dei numerosi tramonti favonici di questo ultimo periodo.