Il mese di febbraio è cominciato seguendo lo stesso identico copione di gennaio, ossia mitezza, secco e vento a carattere di favonio in più occasioni. La mensilità è poi proseguita alla stessa maniera ad eccezione dell’unico passaggio perturbato che ha interessato il nostro territorio intorno alla metà del mese.

Prima decade: ventoso, mite e ventoso

I primi due giorni del mese sono stati caratterizzati dalla presenza del favonio che ha soffiato con intensità molto forte. Le raffiche massime hanno raggiunto valori compresi tra 30 km/h e 90 km/h a bassa quota e oltre 100 km/h in quota.
Diversi danni sono stati registrati soprattutto a Como: qui potete trovare un articolo che descrive alcuni degli interventi che sono stati fatti. Come spesso capita, con fasi siccitose e ventose partono alcuni roghi sui nostri rilievi, in particolare si è sviluppato un incendio sopra Canzo e un altro nel cuore del triangolo lariano sulla dorsale del Monte Palanzone che sono stati domati in tempi relativamente brevi.

Le temperature sono risultate molto elevate, specie mercoledì 2 febbraio con valori massimi compresi tra 15 gradi e 18 gradi mentre minime comprese tra 0 gradi e 9 gradi. 

Nelle giornate successive sempre tempo stabile e ampiamente soleggiato con temperature al di sopra della media, seppure in calo rispetto ai giorni precedenti. Le gelate, perlomeno nelle aree esposte, sono ricomparse; i valori minimi nella giornata più fredda sono risultati compresi tra -4 gradi e 4 gradi. 

Lunedì 7 febbraio nuovo intenso episodio di favonio con raffiche che questa volta sono risultate comprese tra 30 km/h e 90 km/h e hanno sfiorato i 100 km/h a Brunate. Anche in questa giornata nuovi roghi si sono sviluppati, in particolare a Solbiate con Cagno dove è stato necessario l’intervento di due Canadair per domare l’incendio. Altri roghi sono partiti a Rodero e Olgiate Comasco, per fortuna domati rapidamente. Infine, un nuovo incendio ha interessato la Sighignola e di questo potete trovare alcune immagini qui.

Anche nei giorni successivi tempo sempre ampiamente soleggiato e mite con temperature massime che in diverse località hanno raggiunto o superato anche 15 gradi. Gelate notturne solo nelle brughiere notoriamente più fredde della provincia.

Seconda decade: una perturbazione in un mare di mitezza e vento

La seconda decade è cominciata allo stesso modo di come è terminata la prima. Un nuovo episodio di favonio ha interessato il Comasco tra venerdì 12 e sabato 13 febbraio con raffiche ancora una volta forti. Domenica con l‘afflusso di aria fredda e secca le temperature minime sono risultate  comprese tra -5 gradi e 2 gradi mentre le massime tra 8 e 11 gradi.

Tra lunedì 14 e martedì 15 febbraio un rapido peggioramento del tempo ha interessato il Comasco con il ritorno di piogge e nevicate. L’accumulo di neve tra 300 metri e 500 metri è risultato compreso tra 2 cm e 10 cm a seconda delle aree più o meno fredde. Sul settore prealpino oltre 600 metri accumuli anche di 20/30 cm. Gli apporti in termini di mm sono risultati compresi tra 17 mm e 28 mm. 

Nei giorni successivi nuova scaldata con temperature nuovamente ben al di sopra delle medie del periodo e gelate che hanno cominciato a latitare anche nelle zone più fredde della provincia. Unico evento da segnalare la debole pioviggine nella serata di venerdì 18 febbraio con temperature comprese tra 6 e 8 gradi alle basse quote.
Successivamente ritorno a condizioni di tempo stabile, mite e soleggiato. 

Terza decade: nuovamente mite, secco e ventoso

Le gelate con il passare dei giorni hanno cominciato a latitare in numerose aree della nostra provincia con qualche giornata che non ha visto nemmeno le temperature scendere sotto gli 0 gradi. Unica eccezione l’ultimo e il penultimo giorno del mese che, complice l’ingresso di aria più fredda, ha portato un calo termico specie nei valori minimi compresi tra -5 gradi e 2 gradi.

Le temperature massime sono risultate costantemente al di sopra della media con valori che il 22 febbraio hanno raggiunto valori compresi tra 16 gradi e 19 gradi. Altre quattro giornate sono state caratterizzate da episodi di favonio con raffiche che generalmente hanno raggiunto i 40/80 km/h a seconda delle aree.

Riassumendo…

Il mese di febbraio termina ancora una volta con un forte deficit idrico: gli accumuli (caduti in un solo evento) sono compresi tra 17 mm e 28 mm. Mancano circa il 60/70% delle precipitazioni mensili.
L‘inverno è stato molto secco e ventoso. La continua fase di latitanza delle precipitazioni prosegue dal primo mese autunnale e con l’arrivo della primavera saranno possibili problemi legati alla scarsità d’acqua.

A livello termico, invece, la mensilità termina con temperature ampiamente sopra la media, specie nei valori massimi. Il mese termina con temperature sopra media di circa 1.5 gradi e le temperature massime sono quelle che hanno determinato la maggior anomalia. Infatti, l’anomalia sulle temperature massime è stata di circa 2.5 gradi (calcolata sulla serie 2018 – 2021).

In copertina un’immagine del 16 febbraio con le nostre Prealpi ricoperte dalla neve.