Il passaggio temporalesco del 3 luglio 2020 dal punto di vista della dinamica è stato molto interessante. Solitamente, siamo abituati a passaggi temporaleschi con classico moto dei fenomeni WSW – ENE. Il 3 luglio 2020, invece, i temporali hanno avuto un moto molto raro, ancor di più in estate traslando da E verso W. Cercheremo di dare una breve spiegazione di questo evento qui di seguito.

Una saccatura piuttosto stretta legata a un’ondulazione del flusso atlantico è riuscita a raggiungere il nostro territorio e il Nord Italia.
Con l’affondo parziale della saccatura è venuto a crearsi un minimo di bassa pressione tra Mar Ligure e Tirreno visibile nell’immagine accanto. Il minimo di bassa pressione è cerchiato in nero.
L’ingresso della saccatura ha quindi determinato un rapido aumento dell’instabilità. Inoltre, grazie all’ingresso di aria più fresca in quota, i temporali hanno trovato condizioni perfette per poter “scoppiare” numerosi.
I fenomeni hanno interessato le Alpi occidentali, centrali e orientali e poi Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Piemonte. Altrove nelle aree pianeggianti i fenomeni non sono giunti a causa di un posizionamento non favorevole della saccatura.

Entrando nello specifico per il Comasco, si è verificata una situazione piuttosto inusuale come anticipato nelle prime righe dell’articolo.
Nella prima immagine radar delle 17:10 (a destra) le precipitazioni, come indicato dalle frecce blu, hanno iniziato a ruotare da SE verso NW proprio con l’ingresso del fronte e la formazione del minimo di bassa pressione di cui vi abbiamo dato una breve spiegazione sopra.
Sostanzialmente, con un minimo di bassa pressione i fenomeni si muovono con moto antiorario, quindi in questo caso con traiettoria SE – NW sul lato destro del minimo.

Nella seconda immagine delle 17:30 (a sinistra) con le frecce arancioni abbiamo indicato il moto dei fenomeni su diverse aree tra Comasco, Varesotto, Lecchese e Milanese.
Dal Varesotto i fenomeni avevano moto verso W, sul Lecchese i temporali tendevano a muovere verso N. Sul Lario i fenomeni avevano moto verso S mentre dal Milanese i temporali stavano risalendo verso NW.
Ciò denota come sia presente una circolazione di bassa pressione dato che i fenomeni avevano quasi un moto antiorario.

 

 

 

 

 

 

Nella terza immagine (a destra) delle 18:05 si vede come la squall line o linea temporalesca, estesa dal Lecchese al Cuneese, stava interessando Brianza Comasca, Canturino, parte della Bassa Comasca orientale, Saronnese e Alto Milanese. Il moto dei temporali era E – W, ma in quel tempo stavano entrando correnti dai quadranti settentrionali.

L’ingresso delle correnti settentrionali è ancora più evidente nella quarta immagine delle ore 18:15 (a sinistra). Si vede in maniera evidente nella X azzurra come la linea sia stata spezzata. Questo ha impedito di continuare la sua corsa verso W proprio per l’entrata delle correnti dai quadranti settentrionali che hanno fatto da “blocco”.
Per questa ragione, il fulcro del temporale dopo che la linea si è spezzata ha interessato Saronnese e alto Milanese.

Questa è una breve spiegazione di quanto si è verificato e spiega indirettamente anche il solo parziale coinvolgimento della convalle, dell’Olgiatese e della Bassa Comasca occidentale che hanno registrato accumuli pluviometrici compresi tra 4 mm e 11 mm.
Situazione totalmente diversa tra Canturino, Brianza Comasca, Bassa Comasca orientale con accumuli pluviometrici compresi tra 13 mm e 64.5 mm in Alta Brianza.
Ancora più intense le precipitazioni sull’alto Milanese e Saronnese con accumuli pluviometrici compresi tra 63 mm e circa 130 mm a Canegrate.

Fonte immagini radar Centro Meteorologico Lombardo, rete Centro Meteorologico Lombardo e carta correnti 500 hPa Consorzio Lamma.
In copertina la foto del temporale della sera del 2 luglio.