Il forte riscaldamento stratosferico manifestatosi intorno a metà febbraio si è propagato in troposfera creando un notevole sconquasso barico in Europa e instaurando un tipo di circolazione atmosferica caratterizzata da correnti antizonali, cioè da Est verso Ovest.

Nel suo percorso verso l’Europa non ha trovato al suolo condizioni che impedissero un rapido avanzamento visto che fino alle porte dell’Italia molte nazioni erano ricoperte da un buon strato di neve.

Domenica 25 febbraio c’è stata l’entrata di questa massa d’aria gelida con temperature che nelle ore più calde della giornata erano fisse sui -2 gradi. Inoltre, si sono verificate delle nevicate dovute al sollevamento delle masse d’aria umide presenti in Val Padana che sono state sostituite da aria secca. La nevicata ha assunto carattere di bufera poiché è stata accompagnata da venti orientali moderati. L’accumulo è stato di 1cm visto che comunque si è trattato di fenomeni deboli.

Da lunedì 26 febbraio le temperature minime sono crollate raggiungendo mercoledì 28 febbraio il picco minimo con ben -10.6 gradi a Guanzate e Mariano Comense, -10.8 a Bulgarograsso, -10.3 a Olgiate Comasco e nelle altre aree della bassa provincia le temperature minime erano comprese tra -6 e -9 gradi. Si tratta di valori minimi notevoli se si considera il periodo in cui sono stati registrati. Una simile situazione a quella che si è appena verificata risale al lontano inizio marzo 2005.

Alcune aree della provincia da lunedì 26 febbraio a giovedì 1 marzo i valori massimi non hanno mai superato gli 0 gradi facendo registrare ben 4 giornate di ghiaccio consecutive; altre aree invece hanno visto 3 giornate di ghiaccio mentre altre zone esposte al soleggiamento marzolino, che è molto più “caldo” di quello dei mesi invernali, non hanno registrato valori inferiori a 0 gradi ma comunque non superiori a 1 grado.

Al termine di questa ondata di gelo siberiano, si sono inseriti diversi fronti perturbati atlantici che hanno determinato tre giornate di nevicate consecutive sui nostri settori dal 1 al 3 marzo, fatto che non si verifica così di frequente soprattutto in tarda stagione invernale.

Il primo marzo la neve è iniziata a cadere dalla notte con immediato accumulo su tutte le superfici date le rigide temperature presenti al suolo anche se i fenomeni sono stati di debole intensità; l’accumulo nella bassa provincia è stato di 2/4 centimetri.

Il due marzo la neve è iniziata a scendere moderata per poi indebolirsi. Con l’aumento termico intervenuto del pomeriggio e con l’irraggiamento marzolino che filtrava tra le nuvole è iniziata una parziale fusione di quella caduta. L’accumulo massimo prima dell’inizio della fase di fusione è stato di 4/6 centimetri.

Il tre marzo nuove nevicate moderate sono giunte in mattinata, ma a causa delle temperature positive per tutta la durata del fenomeno non c’è stato nessun accumulo se non una spolverata coreografica nella fase più intensa della precipitazione.

Si conclude così un periodo meteorologico pienamente invernale anche se un po’ tardivo.

I dati sono provenienti dalla rete Cml-Meteo Como.